Pensione a 64 anni con almeno 20 anni di contribuzione effettiva.
Svolta in arrivo dal 2026, ma facciamo chiarezza.
Come usufruirne? Quali requisiti bisogna rispettare nel 2025? Ci vogliono 20 o 25 anni di contributi? E come funziona l'importo soglia? Facciamo il punto completo della situazione su questa tipologia di pensione che ha generato molta confusione.
Facciamo un passo indietro. Nel sistema previdenziale italiano Quota 103, introdotta nel 2023, ha rappresentato una delle soluzioni più rilevanti per l’accesso anticipato alla pensione. Questa misura ha consentito ai lavoratori di lasciare il mondo del lavoro a 62 anni con almeno 41 anni di contribuzione, ma la sua permanenza sembra destinata a concludersi.
Innanzitutto la pensione anticipata a 64 anni o pensione anticipata contributiva è accessibile ai lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1° gennaio 1996, quindi coloro che rientrano nel sistema contributivo puro di calcolo della pensione. Se si possiedono però dei contributi anteriori al ‘96 è comunque possibile usufruirne, ma attraverso il computo presso la gestione separata.
In questo modo tutti i contributi accreditati nelle varie gestioni previdenziali Inps confluiscono gratuitamente presso la gestione separata. Ma attenzione! Usufruendo del computo i periodi sono calcolati con sistema interamente contributivo e questo, in termini di importo della pensione rispetto al sistema misto, potrebbe risultare penalizzante. Per avvalersi del computo bisogna inoltre possedere almeno un mese di contributi nella gestione separata, derivanti ad esempio da attività di collaborazione o co-co-co, di amministratore, libero professionali senza cassa di categoria o ulteriori attività occasionali atipiche.
Ma torniamo ai requisiti.
Per accedere a questa misura nel 2025 sono richiesti almeno 64 anni di età, almeno 20 anni di contribuzione effettiva, un importo della pensione maturata pari ad almeno tre volte l'assegno sociale, che nel 2025 ammonta a 538,69 euro mensili. Quindi l'importo soglia minimo è pari a circa 1.616,07 euro mensili lordi.
È importante sottolineare che per raggiungere l'importo soglia richiesto sia possibile sommare teoricamente la rendita derivante dalla previdenza complementare alla pensione obbligatoria. Tuttavia in questo caso il requisito contributivo sale a 25 anni, questo significa che i contributi versati a fondi pensione privati possono contribuire a raggiungere l'importo minimo necessario per l'accesso all'anticipata contributiva. Però questo comporta che salga il requisito di contribuzione.
Oltre a ciò utilizzare la pensione complementare per arrivare all'importo soglia comporta anche l'impossibilità di lavorare sino al compimento dell'età per la pensione di vecchiaia ordinaria, oggi pari a 67 anni. Unico lavoro consentito, lavoro autonomo occasionale sino a 5.000 euro di compensi lordi annui, ad ogni modo per le donne con figli l'importo soglia è ridotto con un figlio è pari a 2,8 volte l'assegno sociale e con due o più figli scende a 2,6 volte. In merito alla liquidazione della pensione bisogna attendere dalla maturazione dei requisiti una finestra pari a tre mesi, inoltre sino al compimento dell'età per la vecchiaia l'importo della pensione non può superare un tetto massimo che è pari a 5 volte il trattamento minimo, oggi quindi a 3.017 euro mensili.
Al compimento dell'età pensionabile la limitazione viene a cadere e viene liquidato l'importo della pensione comprensivo delle perequazioni annuali, quindi delle rivalutazioni periodiche dell'assegno in base all'inflazione, come se il tetto non fosse mai esistito. Però attenzione non spettano gli arretrati come differenza. Per concludere è fondamentale verificare la propria posizione contributiva anche presso forme di previdenza complementare per accertare le possibilità d'accesso alla pensione anticipata contributiva, ma attenzione! Soprattutto è importante valutare la convenienza di questo trattamento.
Barbara Balistreri – CCO Relazioni Esterne ed Istituzionali, Sindacato SALP
Fonte:ipsoa
Svolta in arrivo dal 2026, ma facciamo chiarezza.
Come usufruirne? Quali requisiti bisogna rispettare nel 2025? Ci vogliono 20 o 25 anni di contributi? E come funziona l'importo soglia? Facciamo il punto completo della situazione su questa tipologia di pensione che ha generato molta confusione.
Facciamo un passo indietro. Nel sistema previdenziale italiano Quota 103, introdotta nel 2023, ha rappresentato una delle soluzioni più rilevanti per l’accesso anticipato alla pensione. Questa misura ha consentito ai lavoratori di lasciare il mondo del lavoro a 62 anni con almeno 41 anni di contribuzione, ma la sua permanenza sembra destinata a concludersi.
Innanzitutto la pensione anticipata a 64 anni o pensione anticipata contributiva è accessibile ai lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1° gennaio 1996, quindi coloro che rientrano nel sistema contributivo puro di calcolo della pensione. Se si possiedono però dei contributi anteriori al ‘96 è comunque possibile usufruirne, ma attraverso il computo presso la gestione separata.
In questo modo tutti i contributi accreditati nelle varie gestioni previdenziali Inps confluiscono gratuitamente presso la gestione separata. Ma attenzione! Usufruendo del computo i periodi sono calcolati con sistema interamente contributivo e questo, in termini di importo della pensione rispetto al sistema misto, potrebbe risultare penalizzante. Per avvalersi del computo bisogna inoltre possedere almeno un mese di contributi nella gestione separata, derivanti ad esempio da attività di collaborazione o co-co-co, di amministratore, libero professionali senza cassa di categoria o ulteriori attività occasionali atipiche.
Ma torniamo ai requisiti.
Per accedere a questa misura nel 2025 sono richiesti almeno 64 anni di età, almeno 20 anni di contribuzione effettiva, un importo della pensione maturata pari ad almeno tre volte l'assegno sociale, che nel 2025 ammonta a 538,69 euro mensili. Quindi l'importo soglia minimo è pari a circa 1.616,07 euro mensili lordi.
È importante sottolineare che per raggiungere l'importo soglia richiesto sia possibile sommare teoricamente la rendita derivante dalla previdenza complementare alla pensione obbligatoria. Tuttavia in questo caso il requisito contributivo sale a 25 anni, questo significa che i contributi versati a fondi pensione privati possono contribuire a raggiungere l'importo minimo necessario per l'accesso all'anticipata contributiva. Però questo comporta che salga il requisito di contribuzione.
Oltre a ciò utilizzare la pensione complementare per arrivare all'importo soglia comporta anche l'impossibilità di lavorare sino al compimento dell'età per la pensione di vecchiaia ordinaria, oggi pari a 67 anni. Unico lavoro consentito, lavoro autonomo occasionale sino a 5.000 euro di compensi lordi annui, ad ogni modo per le donne con figli l'importo soglia è ridotto con un figlio è pari a 2,8 volte l'assegno sociale e con due o più figli scende a 2,6 volte. In merito alla liquidazione della pensione bisogna attendere dalla maturazione dei requisiti una finestra pari a tre mesi, inoltre sino al compimento dell'età per la vecchiaia l'importo della pensione non può superare un tetto massimo che è pari a 5 volte il trattamento minimo, oggi quindi a 3.017 euro mensili.
Al compimento dell'età pensionabile la limitazione viene a cadere e viene liquidato l'importo della pensione comprensivo delle perequazioni annuali, quindi delle rivalutazioni periodiche dell'assegno in base all'inflazione, come se il tetto non fosse mai esistito. Però attenzione non spettano gli arretrati come differenza. Per concludere è fondamentale verificare la propria posizione contributiva anche presso forme di previdenza complementare per accertare le possibilità d'accesso alla pensione anticipata contributiva, ma attenzione! Soprattutto è importante valutare la convenienza di questo trattamento.
Barbara Balistreri – CCO Relazioni Esterne ed Istituzionali, Sindacato SALP
Fonte:ipsoa