Raggiunto l'accordo sulla direttiva Ue per il salario minimo: Lo ha annunciato la Commissione per l'occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo (Empl)
Con l'accordo politico sulla proposta su salari minimi adeguati, si porta a termine il compito della Commissione UE. Le nuove regole tuteleranno la dignità del lavoro.
Con l'intesa è stata raggiunta Una tappa importante per l'Europa sociale, il provvedimento favorirà dei salari minimi adeguati nell'Ue e lo sviluppo della contrattazione collettiva. L'intesa dovrà ora essere approvata in via definitiva sia dal Parlamento che dal Consiglio Ue.
Un accordo storico. Per la prima volta l'Unione europea fissa dei criteri per salari minimi adeguati ed equi e per contrastare la concorrenza sleale e il dumping sociale.
Un provvedimento molto atteso in Italia definito "un assist per i lavoratori" dove il dibattito politico sul tema si è riacceso in questi ultimi giorni fino a creare qualche tensione all'interno della maggioranza e del governo.
A Bruxelles sono certi che l'impatto della direttiva non sarà negativo per la creazione dei posti di lavoro e per l'occupazione, dopo l'introduzione in Germania l'occupazione è aumentata e nell'Ue non saranno comunque previsti massimi e minimi salariali. La direttiva punterà invece, secondo quanto già chiarito, a istituire un quadro per fissare salari minimi 'adeguati ed equi'. L'Italia è tra i sei Paesi dell'Ue a non avere già una regolamentazione in materia, con un dibattito del tutto aperto tra le parti sociali e all'interno del governo stesso. L'idea delle tre istituzioni europee nell'accordo in via di approvazione è di rispettare le diverse tradizioni di welfare dei Ventisette, arrivando però a garantire "un tenore di vita dignitoso", a ridurre le disuguaglianze e a mettere un freno ai contratti precari e pirata. Si mira poi a "rafforzare il ruolo delle parti sociali e della contrattazione collettiva".
La copertura della contrattazione collettiva in particolare dovrebbe venir fissata in una soglia compresa tra il 70% e l'80%, stando ai due obiettivi fissati rispettivamente da Commissione e Parlamento europeo e all'interno dei quali dovrebbe essere trovato un compromesso.
Oltre all'Italia il salario minimo non è stato istituito anche in Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Svezia. Dove invece è già previsto, stando agli ultimi dati Eurostat, viaggia tra i 332 euro mensili della Bulgaria e i 2.257 euro del Lussemburgo. In Germania è pari a 1.621 euro. Le definizioni di salario 'adeguato' e 'minimo' sono altri punti su cui si devono confrontare i negoziatori europei. Anche se il testo sarebbe ormai blindato da un accordo di massima raggiunto tra Francia e Germania e resterebbero da definire solo dettagli tecnici.
La nuova direttiva europea potrebbe così essere approvata definitivamente entro giugno facendo scattare da quel momento la tagliola dei due anni per il recepimento negli ordinamenti nazionali.