Assegno unico universale per i figli: domande a partire dal 1° gennaio, erogato da marzo 2022.
Ha un valore tra 175/50€ al mese per ogni figlio minorenne. Dai 18 ai 21 anni il contributo varia da 85/25€. L’importo spettante dipende dall’ISEE e dall’età dei bambini, ad eccezione dei figli disabili per cui non vi sono limiti di età.
Dal 2022 lo Stato sosterrà tutte le famiglie con figli, dagli incapienti ai più benestanti. E accompagnerà i figli già dal settimo mese di gravidanza oltre la maggiore età, fino a 21 anni, a patto che i ragazzi studino, facciano tirocini con redditi minimi o anche il servizio civile universale. Arriva, con l’ultimo decreto attuativo (in attesa della pubblicazione in G.U), la definizione a regime dell’Assegno Unico universale per i figli, che interesserà sia i lavoratori dipendenti sia gli autonomi e che sarà sempre erogato dall’Inps, su domanda dei nuclei interessati. In caso di coppie separate o divorziate potrebbe essere dimezzato, per averlo intero entrambi i genitori dovranno completare la domanda.
Il nuovo assegno terrà conto delle famiglie numerose che arriveranno a ricevere, combinando più requisiti, fino a oltre 1000 euro al mese. La nuova misura sarà operativa a decorrere da marzo 2022 ma le domande si potranno presentare dal primo gennaio, per un periodo che andrà da marzo al febbraio dell’anno successivo, mentre ora gli assegni familiari vanno da luglio a giugno dell’anno dopo. Arriva anche una proroga fino a fine febbraio per allineare l'assegno temporaneo per gli autonomi a queste nuove scadenze.
Insieme alla domanda, a differenza dei vecchi assegni parametrati al reddito, andrà presentata anche la dichiarazione Isee ma chi non la presenta riceverà comunque l’assegno al minimo. Potranno richiederlo tutti i residenti da almeno due anni, compresi i cittadini extracomunitari.
Gli importi
Gli importi saranno parametrati all’Isee: due in linea generale i limiti individuati, sotto i 15mila euro di Isee per avere il massimo dei benefici, oltre i 40mila per avere comunque almeno il minimo. Nessuna famiglia, se vorrà, resterà quindi fuori dal contributo che andrà dai 50 ai 175 euro al mese che diventano da 25 a 85 per i figli tra i 18 e i 21 anni. Saranno previste una serie di maggiorazioni in base al numero di figli e alla presenza di disabili, ma si terrà conto anche del fatto che entrambi i genitori lavorano, mentre una maggiorazione ad hoc, 20 euro al mese indipendentemente dall’Isee, andranno alle mamme under 21. A partire dal terzo figlio è prevista una maggiorazione tra i 15 e gli 85 euro a figlio in base all’Isee, mentre i nuclei con "quattro figli o più” riceveranno un’ulteriore «maggiorazione forfettaria» da 100 euro al mese. Se entrambi i genitori lavorano e l’Isee è basso, si avranno altri 30 euro in più, che si azzerano oltre i 40mila euro.
In sostanza un nucleo con Isee fino a 15mila euro riceverà 175 euro al mese con 1 figlio, 350 con due, 610 con tre e 970 con 4 che diventano 1090 euro al mese se entrambi i genitori lavorano (30 euro per 4 figli, 120 euro in più). A questa cifra vanno aggiunti i 20 euro al mese a figlio in caso di mamma giovanissima. I nuclei che superano i 40mila euro di Isee invece riceveranno 50 euro al mese con un figlio, 100 euro con due figli, 165 euro con tre figli, 330 euro con 4 figli. Anche in questo caso vanno aggiunti i 20 euro a figlio se la mamma ha meno di 21 anni mentre non opera la maggiorazione per entrambi i genitori lavoratori. Attenzione anche alle famiglie con figli disabili che riceveranno l’assegno unico «senza limiti di età» dei figli.
Per i minorenni si riceveranno 105 euro al mese in più «in caso di non autosufficienza», 95 euro «in caso di disabilità grave» e 85 euro «in caso di disabilità media». In presenza di maggiorenni disabili e fino a 21 anni si riceveranno 50 euro al mese in più (che si sommano all’assegno previsto tra i 18 e i 21 anni) mentre oltre i 21 anni si continuerà a ricevere un assegno in base all’Isee che andrà da 85 a 25 euro al mese. Per la nuova misura, che assorbe i vecchi aiuti alla famiglia dal bonus bebé agli assegni familiari, ci saranno circa 15 miliardi nel 2022 che saliranno progressivamente fino a 19 miliardi e mezzo a decorrere dal 2029.
Come presentare la domanda
Si dovrà presentare domanda all’Inps in modalità telematica o presso gli istituti di patronato entro 20 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta. Le domande potranno essere presentate da gennaio e sono riferite al periodo compreso tra marzo e febbraio dell’anno successivo.
L’assegno sarà riconosciuto dal mese successivo a quello di presentazione della domanda; nel caso in cui è presentata entro il 30 giugno dell’anno di riferimento, l’assegno è riconosciuto dal mese di marzo dello stesso anno. Ferma restando la decorrenza, l’Inps provvede al riconoscimento dell’assegno entro sessanta giorni dalla domanda.
L’erogazione avviene mediante accredito su Iban o mediante bonifico domiciliato, e per i percettori di Reddito di cittadinanza non ci sarà bisogno di presentare la domanda perchè sarà assegno insieme al reddito.
L’Assegno dovrebbe essere previsto dal 7° mese gravidanza, per sempre a disabili
L’assegno è riconosciuto «per ogni figlio minorenne a carico» e per i nuovi nati «e dovrebbe essere riconosciuto a partire dal settimo mese di gravidanza». Non avrà «limiti di età» per i figli disabili. Lo prevede il decreto attuativo dell’assegno unico (in attesa della pubblicazione in G.U). L’assegno andrà al genitore che fa la domanda o «a richiesta anche successiva, in pari misura» tra i genitori. In caso di affidamento esclusivo «l'assegno spetta, in mancanza di accordo, al genitore affidatario. Nel caso di nomina di un tutore, l'assegno è riconosciuto nell’interesse esclusivo del tutelato».
La domanda può essere presentata anche dai figli, una volta diventati maggiorenni, che possono «richiedere la corresponsione diretta della quota di assegno loro spettante». Per vedersi riconosciuto l’assegno anche dopo i 18 anni il figlio maggiorenne deve frequentare «un corso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea», svolgere «un tirocinio» o avere un lavoro con reddito complessivo «inferiore a 8.000 euro annui», essere «registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego», svolgere «il servizio civile universale».
Assegno Unico anche a stranieri, minimo 2 anni residenza
L’Assegno Unico sarà erogato anche ai cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno, permesso di lavoro o di ricerca superiore a sei mesi. Lo prevede il decreto attuativo dell’assegno unico (in attesa della pubblicazione in G.U) che tra i requisiti prevede «congiuntamente» anche la residenza in Italia «da almeno due anni, anche non continuativi ovvero» la titolarità «di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale». Tra i requisiti anche il domicilio e il pagamento delle tasse in Italia.
Ha un valore tra 175/50€ al mese per ogni figlio minorenne. Dai 18 ai 21 anni il contributo varia da 85/25€. L’importo spettante dipende dall’ISEE e dall’età dei bambini, ad eccezione dei figli disabili per cui non vi sono limiti di età.
Dal 2022 lo Stato sosterrà tutte le famiglie con figli, dagli incapienti ai più benestanti. E accompagnerà i figli già dal settimo mese di gravidanza oltre la maggiore età, fino a 21 anni, a patto che i ragazzi studino, facciano tirocini con redditi minimi o anche il servizio civile universale. Arriva, con l’ultimo decreto attuativo (in attesa della pubblicazione in G.U), la definizione a regime dell’Assegno Unico universale per i figli, che interesserà sia i lavoratori dipendenti sia gli autonomi e che sarà sempre erogato dall’Inps, su domanda dei nuclei interessati. In caso di coppie separate o divorziate potrebbe essere dimezzato, per averlo intero entrambi i genitori dovranno completare la domanda.
Il nuovo assegno terrà conto delle famiglie numerose che arriveranno a ricevere, combinando più requisiti, fino a oltre 1000 euro al mese. La nuova misura sarà operativa a decorrere da marzo 2022 ma le domande si potranno presentare dal primo gennaio, per un periodo che andrà da marzo al febbraio dell’anno successivo, mentre ora gli assegni familiari vanno da luglio a giugno dell’anno dopo. Arriva anche una proroga fino a fine febbraio per allineare l'assegno temporaneo per gli autonomi a queste nuove scadenze.
Insieme alla domanda, a differenza dei vecchi assegni parametrati al reddito, andrà presentata anche la dichiarazione Isee ma chi non la presenta riceverà comunque l’assegno al minimo. Potranno richiederlo tutti i residenti da almeno due anni, compresi i cittadini extracomunitari.
Gli importi
Gli importi saranno parametrati all’Isee: due in linea generale i limiti individuati, sotto i 15mila euro di Isee per avere il massimo dei benefici, oltre i 40mila per avere comunque almeno il minimo. Nessuna famiglia, se vorrà, resterà quindi fuori dal contributo che andrà dai 50 ai 175 euro al mese che diventano da 25 a 85 per i figli tra i 18 e i 21 anni. Saranno previste una serie di maggiorazioni in base al numero di figli e alla presenza di disabili, ma si terrà conto anche del fatto che entrambi i genitori lavorano, mentre una maggiorazione ad hoc, 20 euro al mese indipendentemente dall’Isee, andranno alle mamme under 21. A partire dal terzo figlio è prevista una maggiorazione tra i 15 e gli 85 euro a figlio in base all’Isee, mentre i nuclei con "quattro figli o più” riceveranno un’ulteriore «maggiorazione forfettaria» da 100 euro al mese. Se entrambi i genitori lavorano e l’Isee è basso, si avranno altri 30 euro in più, che si azzerano oltre i 40mila euro.
In sostanza un nucleo con Isee fino a 15mila euro riceverà 175 euro al mese con 1 figlio, 350 con due, 610 con tre e 970 con 4 che diventano 1090 euro al mese se entrambi i genitori lavorano (30 euro per 4 figli, 120 euro in più). A questa cifra vanno aggiunti i 20 euro al mese a figlio in caso di mamma giovanissima. I nuclei che superano i 40mila euro di Isee invece riceveranno 50 euro al mese con un figlio, 100 euro con due figli, 165 euro con tre figli, 330 euro con 4 figli. Anche in questo caso vanno aggiunti i 20 euro a figlio se la mamma ha meno di 21 anni mentre non opera la maggiorazione per entrambi i genitori lavoratori. Attenzione anche alle famiglie con figli disabili che riceveranno l’assegno unico «senza limiti di età» dei figli.
Per i minorenni si riceveranno 105 euro al mese in più «in caso di non autosufficienza», 95 euro «in caso di disabilità grave» e 85 euro «in caso di disabilità media». In presenza di maggiorenni disabili e fino a 21 anni si riceveranno 50 euro al mese in più (che si sommano all’assegno previsto tra i 18 e i 21 anni) mentre oltre i 21 anni si continuerà a ricevere un assegno in base all’Isee che andrà da 85 a 25 euro al mese. Per la nuova misura, che assorbe i vecchi aiuti alla famiglia dal bonus bebé agli assegni familiari, ci saranno circa 15 miliardi nel 2022 che saliranno progressivamente fino a 19 miliardi e mezzo a decorrere dal 2029.
Come presentare la domanda
Si dovrà presentare domanda all’Inps in modalità telematica o presso gli istituti di patronato entro 20 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta. Le domande potranno essere presentate da gennaio e sono riferite al periodo compreso tra marzo e febbraio dell’anno successivo.
L’assegno sarà riconosciuto dal mese successivo a quello di presentazione della domanda; nel caso in cui è presentata entro il 30 giugno dell’anno di riferimento, l’assegno è riconosciuto dal mese di marzo dello stesso anno. Ferma restando la decorrenza, l’Inps provvede al riconoscimento dell’assegno entro sessanta giorni dalla domanda.
L’erogazione avviene mediante accredito su Iban o mediante bonifico domiciliato, e per i percettori di Reddito di cittadinanza non ci sarà bisogno di presentare la domanda perchè sarà assegno insieme al reddito.
L’Assegno dovrebbe essere previsto dal 7° mese gravidanza, per sempre a disabili
L’assegno è riconosciuto «per ogni figlio minorenne a carico» e per i nuovi nati «e dovrebbe essere riconosciuto a partire dal settimo mese di gravidanza». Non avrà «limiti di età» per i figli disabili. Lo prevede il decreto attuativo dell’assegno unico (in attesa della pubblicazione in G.U). L’assegno andrà al genitore che fa la domanda o «a richiesta anche successiva, in pari misura» tra i genitori. In caso di affidamento esclusivo «l'assegno spetta, in mancanza di accordo, al genitore affidatario. Nel caso di nomina di un tutore, l'assegno è riconosciuto nell’interesse esclusivo del tutelato».
La domanda può essere presentata anche dai figli, una volta diventati maggiorenni, che possono «richiedere la corresponsione diretta della quota di assegno loro spettante». Per vedersi riconosciuto l’assegno anche dopo i 18 anni il figlio maggiorenne deve frequentare «un corso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea», svolgere «un tirocinio» o avere un lavoro con reddito complessivo «inferiore a 8.000 euro annui», essere «registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego», svolgere «il servizio civile universale».
Assegno Unico anche a stranieri, minimo 2 anni residenza
L’Assegno Unico sarà erogato anche ai cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno, permesso di lavoro o di ricerca superiore a sei mesi. Lo prevede il decreto attuativo dell’assegno unico (in attesa della pubblicazione in G.U) che tra i requisiti prevede «congiuntamente» anche la residenza in Italia «da almeno due anni, anche non continuativi ovvero» la titolarità «di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale». Tra i requisiti anche il domicilio e il pagamento delle tasse in Italia.